Centenario Grande Guerra: il mistero della foto del soldato che ride

Nello scatto di un fotografo anonimo si può vedere un soldato della Prima Guerra Mondiale che sorride all’obiettivo: ecco il tragico perché di questo ghigno legato allo Shell Shock

Centenario Grande Guerra: il mistero della foto del soldato che ride

Centenario Grande Guerra, foto del ghigno del soldato di Flers-Courcelette. E’ uno dei più famosi scatti della Grande Guerra per il centenario della stessa. L’immagine immortalata da un autore anonimo nel corso della battaglia di Flers-Courcelette nel 1916, nel periodo della Prima Guerra Mondiale. Nell’immagine si vedono alcuni soldati in trincea subito dopo la conclusione della battaglia. Alcuni soldati medicano i compagni feriti e sono presenti diversi oggetti, ma non si notano, perché l’occhio cade sul sorriso del soldato che guarda l’obiettivo in una maniera che mette i brividi. L’uomo è accovacciato sul muro di terra della trincea, apparentemente sta ridendo, ma più che sorridere, in faccia ha stampato un ghigno inquietante. Per anni, ricercatori e persino esorcisti hanno visionato la foto, convinti che dietro ci fosse un’entità diabolica, ma la risposta non è certo piacevole come visionare l’andamento dei propri investimenti in azioni ad esempio su Borsa Virtuale 24.

Quando una foto coglie lo shell shock

Quello che si vede nella foto non è semplice espressione spontanea. Specialmente nel primo conflitto mondiale, ci sono stati molti morti e i soldati in trincea hanno visto amici e parenti morire. Si può immaginare che trauma per la psiche umana. Ebbene, il soldato immortalato nello scatto è affetto dallo shell shock, ovvero lo shock da bombardamento. La sindrome presenta caratteristiche simili al disturbo post traumatico da stress. Chi sopravvive al terribile rischio di perdere la vita, come può succedere in qualsiasi guerra, deve poi fare i conti con i traumi legati al fatto di essere sopravvissuto, in primis il senso di colpa, ma anche tremori, incubi e scarse capacità di ragionamento. Un tempo non esistevano delle cure specifiche e chi ne soffriva, impazziva definitivamente o si toglieva la vita per la disperazione.

Shell shock: le origini del disturbo nei soldati della Prima Guerra Mondiale

Lo shell shock rappresenta la reazione all’intensità del bombardamento e dei combattimenti, con conseguenti reazioni quali panico, paura, incapacità di ragionare, dormire, camminare o parlare. Durante la guerra, il concetto di shock da bombardamento erano interpretati come un danno fisico o psicologico, o semplicemente come una mancanza di spina dorsale e coraggio nei soldati che ne soffrivano. Il termine shock shell viene tuttora usato dall’amministrazione dei veterani per descrivere alcune parti del PTSD, il disturbo post traumatico da stress. Si può definire come una ferita che non sanguina, perché lacera l’animo delle persone. Ci volle la Seconda Guerra Mondiale e poi le guerre di Corea e del Vietnam per definire la diagnosi di shell shock, sostituito dalla definizione di reazione allo stress da combattimento.

Ma l’origine del disturbo è sicuramente avvenuta nel corso delle prime fasi della Grande Guerra, quando i soldati della British Expeditionary Force iniziarono a provare determinati sintomi dopo il combattimento. Tra di essi si annoverarono in particolare amnesie, mal di testa, vertigini, tremori e ipersensibilità al rumore. Sebbene questi sintomi assomiglino a quelli che ci si aspetterebbero dopo una ferita fisica al cervello, molti dei soldati malati non hanno mostrato segni di ferite alla testa, ma fu definito shell shock perché i sintomi quali disturbo della personalità, mutismo e fuga dalla realtà erano collegati dall’esplosione dei proiettili di artiglieria.

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